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irrigazione:perche_cercare_la_massima_uniformita

Perchè cercare la massima uniformità

Per ottenere il massimo beneficio agronomico dall’irrigazione è assolutamente necessario che l’acqua distribuita raggiunga uniformemente le piante presenti in coltura. In caso contrario il diverso grado di umidità presente nel terreno può portare a situazioni di stress idrico in certe parti del campo e ad eccesso di umidità in altre e, quindi, a diverse condizioni di crescita tra le piante, molto negative ai fini produttivi:

  • ombreggiamento delle piante più alte a danno delle meno sviluppate,
  • eterogeneo raggiungimento della maturazione con problemi per la raccolta manuale e meccanica,
  • peggiore uniformità del colore e della pezzatura dei frutti,
  • qualità del prodotto molto variabile, ecc.


Nei casi estremi eccessi di acqua possono causare, oltre alla scarsa areazione dell’apparato radicale delle piante, anche inibizione allo sviluppo della pianta, abbondanti sprechi nelle percolazioni profonde, e infine il completo appassimento della coltura.

Uniformità e fertirrigazione

La scarsa omogeneità di distribuzione dell’acqua è poi ancor più negativa in caso di fertirrigazione, per l’esaltazione della eterogeneità di crescita delle piante. Erogatori che distribuiscono troppa acqua rischiano di mettere a disposizione delle piante troppo concime, in particolare modo azoto, che è il principale nutriente veicolato con l’acqua. L’effetto indesiderato sarà il dilavamento dello stesso elemento, con conseguente carenza per le colture, ma con accumulo inquinante nelle acque di falda.

Uniformità ed efficienza

Una poco omogenea bagnatura della coltura porta poi sempre ad un abbassamento dell’efficienza nell’uso dell’acqua e quindi ad un uso scorretto della risorsa, inoltre spinge l’agricoltore a soddisfare le esigenze delle piante alle quali arriva meno acqua, sovrairrigando di conseguenza le altre, con ulteriori sprechi (come percolazioni e ruscellamenti dell’acqua) e danni alla coltura. In particolare per gli impianti a pioggia quando la copertura non è uniforme, i cicli irrigui spesso vengono attivati per periodi di tempo più lunghi per compensare le aree con una copertura non sufficiente. Questo determinerà un’irrigazione eccessiva in tutte le altre zone. Sempre nell’irrigazione per aspersione una pressione non uniforme nella rete produce una pluviometria decrescente sia da monte a valle dell’ala, che dall’irrigatore alla parte finale del getto e quindi una sovrapposizione irregolare delle aree bagnate dagli irrigatori. Si definisce con bulbo bagnato quel volume di terreno raggiunta dall’acqua durante un adacquamento: tanto più questo volume comprende il volume esplorato dalle radici, tanto più efficace sarà l’irrigazione. Per mancanza di uniformità lungo ad esempio un’ala erogatrice, il bulbo presenterà dimensioni diverse a seconda della posizione sull’ala, e quindi l’effetto dell’erogatore sarà diverso da pianta a pianta. Diversi studi hanno evidenziato in modo quantitativo l’acqua in più erogata da un impianto di irrigazione che percola oltre lo strato esplorato dalle radici:

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La figura di destra rappresenta tutta l'acqua erogata in più (oltre la linea rossa) e quindi sprecata per la mancanza di uniformità. A esempio per un intervento irriguo di 6 mm (corrispondenti a un volume utile di 60 m³/ha) nel caso di impianto con poca uniformità si è calcolato in campo un volume lordo erogato di acqua pari a 92,6 m³/ha e quindi un volume sprecato di 32.6 m³/ha (la differenza tra 92,6 e 60 m³/ha) per percolazione in profondità. In questo caso l’efficienza è pari al 64%. Lo spreco di acqua è direttamente proporzionale allo spreco di energia, ossia all’aumento dei tempi di alimentazione elettrica dei sistemi di pompaggio.

Sono stati anche calcolati due scenari che comportano, per aumenti di efficienza, da una parte un risparmio di acqua e dall’altra la possibilità di accrescere l’estensione della superficie aziendale irrigabile.

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Per quanto finora detto, il progetto idraulico di un impianto di irrigazione deve essere generalmente finalizzato al raggiungimento dei massimi valori di uniformità. La capacità di un sistema di irrigazione di applicare l’acqua in maniera uniforme ed efficiente, è il fattore che influenza maggiormente sia la risposta produttiva delle colture, sia la possibilità o meno di utilizzare l’acqua e le risorse nella maniera più efficace. In definitiva sfruttando i metodi moderni con una progettazione rigorosa si può risparmiare tra il 10% e il 30% di risorsa idrica (nonchè di fertilizzanti) e raggiungere un’uniformità di erogazione superiore al 90%. Con una progettazione approssimata l'uniformità scende sotto il 60% comportando una inaccettabile erogazione deficitaria nelle diverse parti dell'impianto.
La “precision irrigation” ottenuta attraverso la migliore progettazione non è solo un obiettivo puramente teorico, ma un’azione che comporta riflessi importanti e innegabili da un punto di vista pratico, che coinvolge tanto l’agricoltore e la relativa produzione agricola (per il principio della “buona pratica agricola”) quanto il tecnico che installa un impianto. L’agricoltura moderna è sempre più orientata verso il raggiungimento di obiettivi di qualità, di riduzione dell’impatto ambientale e di omogeneità di distribuzione dell’acqua e dei fertilizzanti. In particolare tanto più la qualità e la quantità della produzione comporta grosse variazione della redditività dell’azienda agricola tanto maggiore sarà l’attenzione verso questi aspetti tecnici.

Caso studio

Da uno studio effettuato in Emilia Romagna su 7708 aziende coltivate a frutteti irrigati a goccia od a spruzzo differenze di portata determinano eccessi o carenze idriche individuali su ogni pianta portano a rese e qualità dei prodotti ridotte ed a notevoli problemi di uniformità di sviluppo e di scarsa contemporaneità di maturazione tra le piante del frutteto. Problemi ancora più accentuati si verificano nei frutteti fertirrigati: tali differenze provocano l’eterogeneità delle dosi di nutrienti distribuite su ogni pianta, con ancora maggiori problemi produttivi e qualitativi, di rilascio di nutrienti e di disomogeneità tra le piante del frutteto. E’ stata condotta una ricerca sperimentale dal CER (consorzio di bonifica del canale emiliano romagnolo) sia su colture orticole che su colture arboree: a titolo esemplificativo, l’esperienza condotta dal CER su melo “cooper” dimostra chiaramente il decremento della P.L.V. (prodotto lordo vendibile) qualora nell’erogazione di acqua ci si allontani dall’ottimo stagionale di 1471 m3/ha. E’ infatti sufficiente una variazione nell’erogazione di un 10% rispetto al quantitativo di acqua ottimale per avere variazioni nella P.L.V. di 1.000.000 di lire del 1986 per ettaro (ossia 882,57€/ha del 2008 supponendo il costo costante delle mele e un indice dei prezzi al consumo aumentato del 2,5% l’anno).

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Per quanto lo studio non sia recente, i risultati sono perfettamente applicabili oggigiorno e testimoniano un dato inconfutabile: variando, anche di poco, i valori della portata rispetto a quella ottimale (e quindi l’uniformità di erogazione) si hanno ripercussioni sulla produttività e quindi sulla redditività delle colture per l’azienda agricola.

Link

Irriworks S.r.l. (software per verifica e progetto di impianti di irrigazione)

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